domenica 21 marzo 2010

DESTINO e LIBERO ARBITRIO




Vedendo il film “Final destination” mi sono sorti diversi dubbi. Questo film parla del destino di ognuno di noi in maniera abbastanza particolare: spiega e mette in azione come tutti abbiamo già prefissata la nostra morte attraverso un ciclo universale. Nessuno riesce ad evitare la morte anche chiudendosi in casa senza oggetti pericolosi, quando è il nostro momento la vita finisce. È possibile l’esistenza di questo ciclo " particolare "?

Elisabetta

Cara Elisabetta,

Martin Heidegger è stato il pensatore che in epoca moderna meglio ha tematizzato il concetto di destino. È nel suo saggio Essere e tempo, pubblicato nel 1927, che il termine riceve una prima formulazione definita, ma anche nella sua riflessione posteriore il concetto riceve delle elaborazioni molto importanti, in una prospettiva che va però oltre l'esistenzialismo, e che, passando per il suo nuovo concetto di ontologia si carica anche di suggestioni mistiche estremamente importanti e suggestive.

Per quanto riguarda l'uomo, l'idea di destino sembra infatti più corrispondere, psicologicamente, al nostro modo d'essere. Destino quindi determinato dalle scelte che facciamo, dettate dal carattere; dalla scelta che altri di noi fanno, che può quindi condizionare il nostro futuro, dettata dalla nostra fisionomia caratteriale.

Diversa è la visone di Carl Gustav Jung: “Fin da principio avvertii la presenza del destino, come se la vita fosse un compito da assolvere assegnatomi dal fato: ciò mi dava un intimo senso di sicurezza, che, sebbene non potessi mai trovarne ragione in me stesso, mi s’imponeva da sé. Non ero io ad avere questa certezza, era essa a possedermi.”

Il teologo Vito Mancuso, ci dice che "La storia della teologia cristiana presenta un dibattito spesso feroce e dagli esiti ancora oggi irrisolti in ordine al tema della libera decisione degli uomini a favore del bene. Emblematica al riguardo in ambito cattolico è la controversia de auxiliis che divise domenicani e gesuiti tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento e che si concluse con un nulla di fatto.
L’impossibilità di risolvere la questione a livello antropologico rimanda all’impossibilità ancora più conclamata della questione teologica vera e propria, ovvero della libertà che va attribuita all’Essere divino. Si tratta di un essere la cui essenza consiste nella perfetta libertas, oppure nella perfetta necessitas? L’enigma della libera decisione rimanda alla questione metafisica per eccellenza, “all’unico e comune bisogno di tutte le filosofie come di tutte le religioni: conquistare una rappresentazione di Dio, e poi della relazione di Dio e del mondo” (Hegel, Enciclopedia, § 573).


Il libero arbitrio è il concetto filosofico e teologico secondo il quale ogni persona è libera di fare le sue scelte. Ciò si contrappone alle varie concezioni deterministiche secondo le quali la realtà è in qualche modo predeterminata (destino), per cui gli individui non possono compiere scelte perché ogni loro azione è predeterminata prima della loro nascita (predestinazione o servo arbitrio).
Il concetto di libero arbitrio ha implicazioni in campo religioso, etico e scientifico. In campo religioso il libero arbitrio implica che la divinità, per quanto onnipotente, scelga di non utilizzare il proprio potere per condizionare le scelte degli individui. Nell'etica questo concetto è alla base della responsabilità di un individuo per le sue azioni. In ambito scientifico l'idea di libero arbitrio determina un'indipendenza del pensiero inteso come attività della mente e della mente stessa dalla pura causalità scientifica.

Le posizioni sul problema filosofico del Libero Arbitrio sono semplificate in queste due possibilità:
1. Il determinismo è certo?
2. Esiste il libero arbitrio?
Il determinismo è l'idea che tutte le cose che accadono nel presente e nel futuro sono una conseguenza causata necessaria dagli eventi precedenti.
Il compatibilismo (anche detto determinismo morbito) crede che l'esistenza di libero arbitro sia compatibile con il fatto che l'universo sia deterministico, all'opposto l'incompatibilismo nega questa possibilità. Il determinismo forte è una versione dell'incompatibilismo che accetta che tutto sia determinato anche le azioni e la volontà umane. Il libertarismo (in inglese, Libertarianism) si accorda con il Determinismo forte solo nel rifiutare il compatibilismo; ma i libertari accettano l'esistenza di un certo libero arbitrio insieme con l'idea che esistano alcune cose indeterminate.

"La disputa intorno alla libertà dell'arbitrio umano, che tra il 1524 e il 1526 vede contrapposti Erasmo da Rotterdam e Martin Lutero, costituisce un momento decisivo nella storia del pensiero occidentale e della modernità. Nello scritto di Erasmo e nella risposta di Lutero viene infatti al pettine il nodo del rapporto tra due componenti essenziali della cultura della prima età moderna, ossia l'umanesimo e la Riforma protestante. Vi si confrontano due distinte concezioni della libertà: prerogativa inderogabile della ragione umana per Erasmo, dono divino inscindibile dalla grazia per Lutero."


Nella visione della mia scuola di pensiero, basata sull’evoluzione umana da individui solitari ed egoistici verso collettività altruistiche sociali (vedi i miei POST “Il Male e il Bene” http://apiuvoci2.blogspot.com/2010/01/il-bene-e-il-male-rev-1.html e “La solitudine” http://apiuvoci2.blogspot.com/2010/03/la-solitudine.html), questa lenta trasformazione può essere accelerata o meno da tante singole scelte di singoli individui umani. E, sotto questo aspetto, non ci allontaniamo molto da Martin Heidegger.

Qui sta la chiave, a nostro avviso, del LIBERO ARBITRIO. Un libero arbitrio di FARE SINGOLE SCELTE, che possono poi influire, anche pesantemente, sul NOSTRO DESTINO e sul DESTINO di altri uomini. Sotto un certo aspetto, siamo anche vicini alla visione cattolica del MALE che si serve della TENTAZIONE; ovvero noi, esseri umani, siamo sempre tentati dal nostro egoismo personale di ottenere benefici immediati e limitati, a discapito del bene della comunità a cui apparteniamo. E in questa visione, similare a quella cattolica, possiamo fare anche delle SCELTE PRELIMINARI; ovvero possiamo cercare, a priori, di fuggire le possibili tentazioni. Dobbiamo, cioè, essere consapevoli che non sempre, specialmente in certe situazioni specifiche, in cui l’emotività e le passioni possono prendere il sopravvento, siamo in grado di resistere ad esse.

Nel “PADRE NOSTRO” dei cattolici vi è la frase “NON CI INDURRE IN TENTAZIONE, MA LIBERACI DAL MALE”. Ebbene anche il PREGARE è un’azione di LIBERO ARBITRIO che ci rafforza, anche inconsciamente, nel perseguire le scelte ALTRUISTICHE, rifiutando quelle EGOISTICHE; a parte eventuali effetti inconsci e psicosomatici di influenza sugli altri, che possono modificare le scelte e il destino di altri uomini.

Nel terzo millennio, appare sempre più chiara l'interdipendenza delle scelte umane, specialmente per quando riguarda la minaccia di una guerra termonucleare, e la difesa dell'ambiente. Da qui il nostro dovere di adoperarci, con le nostre singole scelte, non solo per eliminare i TUMORI della collettività umana, ma anche per RIGENERARNE IL TESSUTO ALTRUISTICO SOCIALE. Quindi LIBERO ARBITRIO dei singoli che produce effetti limitati, ma soprattutto LIBERO ARBITRIO, democraticamente guidato, della comunità umana, chiamata sempre più a SCELTE RESPONSABILI, dalle conseguenze mondiali.

In conclusione, credo che il FUTURO non sia stato scritto in modo DEFINITIVO, e si può sempre, ma LIMITATAMENTE, modificare con il nostro LIBERO ARBITRIO, singolo e collettivo.

Un caro saluto
Alessandra

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