venerdì 27 novembre 2009

Il NON LOCALISMO - La trasmissione tra inconsci.



Qualche giorno fa ho letto un articolo sulla telepatia e sui sogni premonitori. Cosa sappiamo, oggi, su questo argomento?

Ludovica



Cara Ludovica

Solo qualche giorno fa, e precisamente il 24 Novembre del 2009, è stato pubblicato un articolo su Rupert Sheldrake

http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=29092

"Parlava dei poteri telepatici di cani, gatti ed uomini. E in particolare affermava che, a detta di Sheldrake, questa è un’area di ricerca quasi completamente ignorata. I ricercatori psichici e i parapsicologi l’hanno trascurata, perché hanno definito la parapsicologia come lo studio di facoltà umane straordinarie. Questo non vuol dire che gli animali non possano averle, ma nella parapsicologia e nella ricerca psichica l’attenzione è sempre stata focalizzata sull’uomo. I biologi, dal canto loro, hanno ignorato quest’area, perché esiste un tabù contro il cosiddetto paranormale. Per questo, nel mondo scientifico tutti ignorano tali fatti, anche se esiste una discreta quantità di prove a loro sostegno. E ogni volta che si parla di questo argomento, c’è qualcuno che ha una storia da raccontare in merito.
Poi Rupert Sheldrake aggiungeva: “La maggior parte delle persone aderisce in modo meramente formale a una visione del mondo meccanicistica (ovvero, trattare la natura come un fenomeno meccanico), perché essa è alla base dell’istruzione, dell’industria, dell’evoluzione e dell’economia moderne. Il modello meccanicista della realtà è quello dominante nella vita pubblica. E gli scienziati, naturalmente, lavorano al suo interno.”


Eppure, già lo stesso Sigmund Freud affermava: “E’ praticamente certo che l’occuparsi di fenomeni occulti porterà ben presto alla conferma che un certo numero di essi si verifica effettivamente; c’è tuttavia da presumere che ci vorrà molto tempo prima che si giunga ad una teoria accettabile riguardo a questi fatti nuovi.”
Sigmund Freud ha esposto in modo diretto le sue convinzioni in tema di telepatia in due scritti: “psicoanalisi e telepatia” e “Sogno e telepatia” entrambi redatti nel 1921. Trattando di un caso il Maestro scrive: “L’evento si spiega perfettamente se siamo disposti a supporre che questo sapere si è traslato da lui a lei, presunta profetessa, per vie sconosciute, e con esclusione delle modalità comunicative a noi note. La nostra conclusione dovrebbe dunque essere che esiste la trasmissione del pensiero” .


Anche Carl Gustav Jung, dopo aver conosciuto il premio nobel per la fisica Wolfgang Pauli, che conosceva il NON LOCALISMO della meccanica quantistica, teorizzò un inconscio collettivo ( ovvero un contenitore psichico universale, che contiene gli archetipi, cioè le forme o i simboli che si manifestano in tutti i popoli di tutte le culture) e la sincronicità.

Gli scienziati David Bohm e Karl Pribram teorizzarono, invece il paradigma olografico, ovvero l’olismo, che fornisce le basi teoriche delle filosofie orientali e della new age occidentale, che in base al NON LOCALISMO concatenano tutto l’universo, fornendo una visione unitaria della realtà.
Ricordo che esiste l’enciclopedia olistica ON LINE (http://www.enciclopediaolistica.com/) cofinanziata dalla Comunità Europea e redatta da diverse università italiane e da altre europee.

Segnalo inoltre che la facoltà di psicosomatica dell’Università di Torino ha un libro di testo ON LINE che tratta proprio di questi argomenti, e che è interessante consultare:
http://www.sicap.it/merciai/psicosomatica/badjob/Luca.pdf

Una delle teorie più recenti ed interessanti è quella degli scienziati russi capitanati da Pjotr Garjajev, che dice che il DNA umano funziona come una specie di "Internet biologico", ed è sotto molti aspetti superiore a quello artificiale. Queste nuove ricerche scientifiche, in Russia, direttamente o indirettamente, spiegano fenomeni quali chiaroveggenza, intuizione, guarigioni spontanee e guarigioni a distanza, autoguarigioni, tecniche di affermazione, aloni di luce attorno alle persone e molto altro:

http://www.nexusedizioni.it/apri/Notizie-dal-mondo/Ultimi-articoli/SCOPERTE-SUL-DNA-IN-RUSSIA

La teoria, invece, a cui, personalmente sono più portata a ritenere attendibile è quella della RETE DEGLI INCONSCI dello studioso Riccardo Calantropio, della cui scuola di pensiero, anch’io faccio parte. La visione di questa scuola di pensiero si distacca da metafisica, riduzionismo, relativismo ed olismo, individuando nell’evoluzione biologica attuale umana la produzione di una propria pseudo-spiritualità, data dalla possibilità degli inconsci umani di interconnettersi tra di loro, come in una rete internet; ma che a differenza della teoria russa, teorizza una memoria collettiva di tutta l’umanità, decisamente fisica, che si troverebbe distribuita in strati profondi degli inconsci dei viventi. Secondo questa teoria la telepatia non sarebbe altro che una più fortunata disposizione sinaptica di alcuni uomini, rispetto ad altri, tale che si abbia una maggiore comunicazione tra inconscio e coscienza (per cui nulla di spirituale o metafisico). Poi, per il NON LOCALISMO, l’interconnessione degli inconsci farebbe il resto, e sempre tramite gli inconsci si potrebbe accedere ai ricordi dei defunti registrati nella rete, facendoci credere di poter parlare con gli spiriti dei morti o che alcuni si possono reincarnare. La teoria presuppone poi diversi gradi di autocoscienza: quella della coscienza, quella dell’inconscio personale, e quella di gruppi di inconsci collettivi (come avviene negli insetti sociali o in stormi di uccelli). Quest’ultima qualità spiegherebbe anche le veggenze, i sogni premonitori e le profezie che si autoavverano.

Ovviamente, visto che è uno dei mie campi di studio, sono disponibile a scendere in maggiori dettagli, su richiesta.

Un caro saluto

Alessandra

domenica 15 novembre 2009

Il paradosso della nave di Teseo (Identità e cambiamento)



Tempo fa avevo trovato in soffitta un vecchio album di fotografie, che non avevo mai visto. Tra queste vi era una foto di mio nonno, che non avevo subito riconosciuto. Solo dopo aver osservato i suoi tratti somatici e la sua espressione, mi sono reso conto che era proprio mio nonno da giovane. ...Così, mi è venuta di nuovo in mente una domanda che più volte mi sono posto: è possibile che una persona cambi radicalmente o conserva sempre una sua identità? Dopo tante riflessioni, non ho ancora trovato una risposta a questa domanda, e un paio di anni fa, in una trasmissione di CHE TEMPO CHE FA di Fazio, sono venuto a conoscenza del paradosso della nave di Teseo, che parla di un problema simile. Infine, riflettendo, forse solo la nostra anima rimane sempre la stessa.
Giancarlo


Caro Giancarlo,
i metafisici e, a volte, i filosofi del linguaggio e della mente, si pongono queste domande:
"Se le parti di un oggetto sono rimpiazzate una dopo l’altra, in modo che l’oggetto finale sia composto da tutte nuove parti, come nella Nave di Teseo, in che modo i due oggetti sono lo stesso oggetto?"
Vediamo quindi cos’è Il Paradosso della nave di Teseo.
"Questo paradosso esprime la questione metafisica dell'effettiva persistenza dell'identità originaria, per un'entità le cui parti cambiano nel tempo; in altre parole, se un tutto unico rimane davvero se stesso (oppure no) dopo che, col passare del tempo, tutti i suoi pezzi componenti sono cambiati (con altri uguali o simili).
Si narra che la nave in legno sulla quale viaggiò il mitico eroe greco Teseo fosse conservata intatta nel corso degli anni, sostituendone le parti che via via si deterioravano. Giunse quindi un momento in cui tutte le parti usate in origine per costruirla erano state sostituite, benché la nave stessa conservasse esattamente la sua forma originaria.
Ragionando su tale situazione (la nave è stata completamente sostituita, ma allo stesso tempo la nave è rimasta la nave di Teseo), la questione che ci si può porre è: la nave di Teseo si è conservata oppure no? Ovvero: l'entità (la nave), modificata nella sostanza ma senza variazioni nella forma, è ancora proprio la stessa entità? O le somiglia soltanto?
Tale questione si può facilmente applicare a innumerevoli altri casi; per esempio alla scrupolosa conservazione di alcuni antichi templi giapponesi (anch'essi principalmente in legno, come la nave di Teseo), per i quali ci si può domandare se siano ancora templi originali.
Si può anche rivolgere il paradosso riguardo l'identità della nostra stessa persona, che nel corso degli anni cambia ampiamente, sia nella sostanza che la compone sia nella sua forma, ma nonostante ciò sembra rimanere quella stessa persona.
Gente con le idee chiare riguardo alla risposta da dare al paradosso di Teseo sono sicuramente gli shintoisti giapponesi. Infatti il loro tempio più importante, il tempio di Ise, costruito in legno, ogni venti anni viene abbattuto e ricostruito completamente con lo stesso disegno architettonico su un terreno a fianco del precedente. Tale cerimonia è detta shikinen sengu, al fine di ricordare che tutto muore e risorge, ed il tempio da essi è considerato originale ma rinato.

Forse la vera identità si costruisce nel cambiamento, come la vera nave di Teseo che si rinnova con legno nuovo per non affondare.

Nel corso della nostra vita, dall’infanzia sino alla fine dell’esistenza, c’è un nucleo essenziale che permane identico? Com’è possibile se ogni sette anni le nostre cellule si rinnovano completamente? Come è possibile se il nostro corpo cambia? Non mutano forse, con lui, anche i nostri pensieri e il nostro modo di vedere il mondo?
Ci hanno insegnato che l’identità ha origini di tipo genetico, ma si sviluppa anche per imitazione di modelli genitoriali, di sesso, di gruppo di appartenenza, etc."

Eric Kandel, nobel del 2000 per la medicina e le neuroscienze, è stato lo scopritore del funzionamento della nostra memoria, che usa le sinapsi tra i neuroni e le funzioni trascrizionali del DNA per trasmetterla in parte ai discendenti. Kandel ha affermato che: IL GOGITO ERGO SUM di cartesiana memoria deve essere aggiornato in:
“Io sono quello che sono perché mi ricordo di cosa ho pensato”.
Da qui, per un essere umano, la MEMORIA è il collante che COSTRUISCE il “SE AUTOBIOGRAFICO” e che quindi ci dà la nostra IDENTITA’ (per analogia anche la memoria e la cultura di un popolo ne costituiscono la sua IDENTITA’). Del resto, senza memoria non vi è identità.

La memoria, però, si accresce in continuazione, e a volte dimentica degli episodi, per cui anche la MEMORIA SI EVOLVE (nel cambiamento continuo). Per completezza, bisogna aggiungere, che abbiamo anche altre memorie (Quella del DNA, e quelle registrate in supporti fisici artificiali: libri, internet, etc.).
Lo stesso, per un popolo o un gruppo sociale. Le sue memorie e la sua cultura, in parte, derivano da tradizioni orali, ma anche da scritture nella varie lingue, nelle raffigurazioni e nei simboli.

In conclusione sia per un singolo essere umano, e sia per un popolo o un gruppo sociale, il complesso delle nostre memorie (che si evolvono) ci fornisce la nostra identità.

Infine, ogni DNA di un organismo biologico è unico, ma questo non impedisce che si evolva in continuazione.


RIPORTO, INOLTRE UNA PARTE DI UN ARTICOLO DEL 23-11-2009 PUBBLICATO SUL CORRIERE DELLA SERA:

Londra, il caso dell’uomo sonnambulo che scambiò la compagna a letto per un ladro.
"I sonnambuli si muovono co­me se fossero svegli, ma in real­tà dormono. Sonnambuli. Pos­sono anche guidare l’auto, ma meglio non svegliarli. L’aggres­sività è una delle reazioni lega­te alla paura della sorpresa. Non sanno quel che fanno e nemmeno ricordano nulla do­po, al mattino quando si sve­gliano.

Non solo. Il sonnambulismo è anche al centro di eventi giu­diziari. L’ultimo è da romanzo giallo: uxoricida sonnambulo assolto per malattia. Un uomo, con alle spalle una lunga storia di sonnambulismo, ha ucciso la moglie, strangolandola, men­tre dormivano assieme nel loro camper.

«Assurdo e grave — commenta Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di neuroscienze del Fatebenefratelli di Milano —. Avrei concesso tutte le atte­nuanti, ma mai l’impunità. Il sonnambulismo negli adulti è sempre collegato a psicopatolo­gie note. Sono in cura e posso­no essere controllati». E l’incon­scio? L’inconscio che agisce prendendo il sopravvento sul conscio? «Certo. I miei pazienti sonnambuli registrano anche quello che dicono nel loro stato di parasonnia motoria — confi­da Mencacci —. A volte verità scomode. 'Ho detto questo? Non è possibile... però a pensar­ci bene è vero', è il commento più comune quando si riascolta­no ». Eppoi c’è il libero arbitrio. «Nonostante i progressi nel campo delle neuroscienze e le continue sorprese, nessuna fi­nora può intaccare il libero arbi­trio di un individuo», commen­ta ancora Mencacci. Insomma, il sonnambulismo non può con­cedere impunità. Anche per­ché, in questo modo, uno come mister Thomas sarebbe autoriz­zato a commettere qualsiasi rea­to senza conseguenze. Stia at­tenta un’eventuale nuova mo­glie.

Un mito da sfatare è quel­lo che svegliare un sonnambu­lo potrebbe causargli un infar­to, danni al cervello o qual­cos’altro di grave. Non è un mi­to, invece, che sia pericoloso per chi lo sveglia. «In letteratu­ra sono stati registrati casi di uomini che nel sonno hanno uc­ciso o tentato di uccidere la pro­pria moglie», spiega Giuseppe Plazzi, neurologo dell’universi­tà di Bologna, autore di una re­view sul sonnambulismo pub­blicata da Neurological Scien­ces."


Inoltre, in psichiatria, è noto da tempo che esistono persone SCHIZOFRENICHE CON PERSONALITA' MULTIPLE, ed ogni personalità ha una sua memoria indipendente, che viene ripresa ogni qualvolta quella personalità si manifesta.

Se tutti i nostri ricordi e le nostre informazioni venissero registrate su qualche supporto (ad esempio in uno spazio internet), allora solo dopo la nostra morte biologica, tali ricordi diventerebbero IMMUTABILI e tale diventerebbe la nostra IDENTITA’; ed esiste una nuova teoria filosofica che prevede qualcosa di simile, che non debba essere necessariamente l’anima teorizzata da Platone e Sant’Agostino.

Un caro saluto

Alessandra