domenica 28 febbraio 2010

BIOETICA - L'aborto




Sono una studentessa liceale di 15 anni, e per quanto riguarda il problema dell'aborto, mi chiedo: "Che diritto ha una donna di negare la vita a un’altra creatura?"

Federica



Cara Federica,

prendo spunto dalla tua lettera, per fare alcuni POST di BIOETICA, iniziando con quello sull'aborto. Per "par condicio", segnalo una pagina web "contro l'aborto", da cui ho preso le immagini (http://www.sandrodiremigio.com/blog/aborto_embrione_ivg_omicidio.htm), e un articolo del giornale.it (http://www.ilgiornale.it/interni/aborto_difendo_ragioni_cuore/21-02-2010/articolo-id=423763-page=0-comments=1).
e soprattutto un articolo del corriere della sera ON LINE, del 20 Febbraio 2010, di cui riporto dei brani significativi (http://archiviostorico.corriere.it/2010/febbraio/20/duri_anti_aborto_contro_Fisichella_co_8_100220024.shtml):
"CITTÀ DEL VATICANO - Cinque membri (su 158) della pontificia Accademia per la Vita chiedono al Papa la testa del presidente, l' arcivescovo Rino Fisichella, definito «un ecclesiastico che non capisce cosa comporta il rispetto assoluto per le vite umane innocenti». Un attacco dal fronte «pro life» più radicale - diffuso via Internet con un gesto giudicato «grave» e «scorretto» dalla Santa Sede - che risale a una vicenda atroce dell' anno scorso: una bimba brasiliana stuprata dal patrigno rimase incinta di due gemelli; era stata violentata e picchiata più volte, aveva nove anni e pesava trenta chili: per salvarla, i medici la fecero abortire. Fu a quel punto che l'allora arcivescovo José Cardoso Sobrinho pensò di annunciare pubblicamente la «scomunica» contro «tutte le persone coinvolte nell' aborto». L' uscita creò sconcerto, anzitutto fra i cattolici, finché Fisichella, il 15 marzo, pubblicò un articolo («Dalla parte della bambina brasiliana») sull' Osservatore Romano: «L' aborto provocato è sempre stato condannato dalla legge morale», scriveva, ma la bimba «doveva essere in primo luogo difesa, abbracciata, accarezzata con dolcezza per farle sentire che eravamo tutti con lei; tutti, senza distinzione alcuna. Prima di pensare alla scomunica era necessario e urgente salvaguardare la sua vita innocente e riportarla a un livello di umanità di cui noi uomini di Chiesa dovremmo essere esperti annunciatori e maestri. Così non è stato e, purtroppo, ne risente la credibilità del nostro insegnamento che appare agli occhi di tanti insensibile, incomprensibile e privo di misericordia». Al compimento dei 75 anni, l' arcivescovo brasiliano è stato subito messo in pensione. La congregazione per la Dottrina della Fede, contro la «manipolazione e strumentalizzazione» dell' articolo di Fisichella, ha chiarito che vi si «proponeva la dottrina della Chiesa, pur tenendo conto della situazione drammatica della bambina». Ma le polemiche dei «duri» non si sono placate. La cosa non ha avuto conseguenze. Nell' ultima riunione, una settimana fa, nessuno ha mai posto il tema delle dimissioni. Del resto, oltre alla presidenza e al consiglio direttivo, l' Accademia per la Vita è composta da 158 membri fra ordinari, onorari e corrispondenti: e la «fronda» è firmata da tre membri ordinari (su 56) e due corrispondenti (su 87). Il più noto è Michel Schooyans, cui Ratzinger scrisse l' introduzione a un libro nel ' 97. Ma in Vaticano c' è grande irritazione. La «lettera» dei cinque che chiedono ai «responsabili» (cioè Benedetto XVI e il cardinale Bertone, dai quali sono stati nominati) di far dimettere Fisichella è stata diffusa in Internet."

Fatte queste premesse, veniamo alla tua domanda specifica:"Che diritto ha una donna di negare la vita a un’altra creatura?"
A questa dobbiamo associare un’altra domanda non secondaria: “Che diritto hanno gli altri per costringere una donna a portare avanti una gravidanza non voluta?”

Vediamo, prima, cos’è un diritto. Da Wikipedia leggiamo che il significato più comune, in riferimento al nostro problema, è: “L'insieme ed il complesso (in genere sistematico) delle norme che regolano la vita dei membri della comunità di riferimento”. Per cui, senza una comunità di riferimento, il DIRITTO perderebbe significato.

Una delle concezioni più risalenti è la cosiddetta. teoria del diritto naturale, o giusnaturalismo. Tale teoria postula l’esistenza di una serie di princìpi eterni e immutabili, inscritti nella natura umana, cui si dà il nome di diritto naturale. Il diritto positivo (cioè il diritto effettivamente vigente) non sarebbe altro che la traduzione in norme di quei princìpi. Il metodo adottato dal legislatore è dunque un metodo deduttivo: da princìpi universali si ricavano (per deduzione) le norme particolari. Il problema è che non sempre vi è pieno accordo su quali siano i PRINCIPI UNIVERSALI ISPIRATORI DELLE NORME GIURIDICHE. Le Chiese, principali assertrici del diritto naturale, tendono ad identificarlo con i princìpi dettati dai loro testi sacri (la Bibbia, il Corano, etc.); gli studiosi laici con princìpi diversi (di giustizia, equità, il popolo, lo stato, o LA DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI DELLE NAZIONI UNITE.). Non essendoci accordo sui princìpi-base (a meno che essi non siano imposti da un potere autoritario), viene a cadere il fondamento stesso della teoria del diritto naturale. Ricordiamo, inoltre, che da pochi anni esistono delle TEORIE di etica evoluzionista (vedi il mio post sul BENE e sul MALE) che cercano di individuare dei VALORI ETICI ACQUISITI DALL'UOMO, tramite l'evoluzione, indipendentemente dalle religioni (probabilmente, così, si spiega il perchè quasi tutti i paesi civili moderni, come vedremo più avanti, ammettono l'aborto su richiesta della madre: a livello inconscio, se non condizionati dalle religioni, diamo più valore al benessere psicofisico della madre che non al nascituro).

Ma, ad esempio, anche nel caso del DIRITTO CANONICO CATTOLICO, mentre l’ABORTO comporta la SCOMUNICA AUTOMATICA, senza se e senza ma; nel caso della bambina brasiliana di 9 anni stuprata dal padre, la DOTTRINA che teoricamente dovrebbe essere di ISPIRAZIONE DIVINA, quindi PERFETTA, crea grossi problemi di interpretazione anche all’interno della comunità cattolica, e ai suoi più alti livelli.

Decisamente indicativa è la mappa delle legislazioni sull’aborto, che troviamo nel sito web (http://it.wikipedia.org/wiki/Legislazioni_sull%27aborto), in cui si evince che la quasi totalità dei paesi civili dell’emisfero NORD della terra e in SUD AFRICA (colorata in azzuro), l’ABORTO E’ LEGALE SU RICHIESTA DELLA MADRE; in INDIA, legale per stupro, protezione della vita della madre, salute fisica, salute mentale, fattori socioeconomici, e/o anomalie del feto; in MESSICO ed AUSTRALIA, legale per stupro, protezione della vita della madre, salute fisica, salute mentale, e/o anomalie del feto; in BRASILE Illegale con l'eccezione di stupro, protezione della vita della madre, salute fisica, e/o salute mentale; NEL RESTO DELL’AFRICA e nel resto del SUD AMERICA, Illegale con l'eccezione di salute fisica, protezione della vita della madre, e/o salute mentale; in CILE e in pochissimi altri stati di minore importanza, Illegale senza eccezioni.

In conclusione, la risposta alla tua domanda dipende dalla volontà delle singole donne (dalla loro cultura, visione di vita, religione, morale, etc.); mentre la risposta alla domanda parallela (“Che diritto hanno gli altri per costringere una donna a portare avanti una gravidanza non voluta?”) dipende SOLO dalle LEGISLAZIONI VIGENTI NEI RISPETTIVI STATI, che possono essere però aggirate, andando ad abortire all’estero, e poi ritornare nello stato di partenza. Personalmente, come donna, difficilmente deciderei di abortire, ma non mi sento di giudicare i singoli casi delle altre donne.

Una cosa, però, ritengo essenziale; ed è che le donne devono essere pienamente informate su tutte le possibili conseguenze civili e psicofisiche che un aborto o un mancato aborto comporta, in modo da decidere liberamente.

Un caro saluto

Alessandra

lunedì 15 febbraio 2010

La legge di Giobbe (Rev. 1)



Ritengo che una delle domande più comuni che si fanno i credenti sia più o meno la seguente: "Se Dio esiste, come può permettere tanti cataclismi e disgrazie che coinvolgono tante persone innocenti?"; ma non solo, spesso ci sembra che le cose buone capitano agli altri, mentre le cose cattive capitano a noi.
Puoi darmi una risposta accettabile?
Federico


Caro Federico,

Freud, prendendo spunto dall’idea di Darwin che l’uomo primitivo aveva una organizzazione sociale (anche se primitiva) la chiamò “Orda Primordiale”.
Freud tracciò la sua idea sulla vita dell’uomo primitivo. Stando all’epoca dell’uomo cacciatore, il capo branco, con al suo seguito i maschi più forti e abili, partiva per la caccia che poteva occupare periodi anche lunghi.

In questo tempo lasciava, come simbolo della sua legge-potere:
- un totem del clan – che appartiene a tutto il gruppo e si trasmette ereditariamente;
- un totem del sesso – riferito a tutti i maschi ed anche alle femmine come proibizione ai membri del “clan” di sposarsi tra loro
- un totem soggettivo – riferito a quanto il clan si aspetta dai componenti.

Al ritorno dalla caccia, il Capo esercitava il proprio diritto di possedere tutte le femmine e di punire chi avesse tentato di prendere il suo posto: di accoppiarsi con qualche femmina.
Questa azione non aveva nulla di “affettuoso” proprio in quanto il Capo era trascinato dalla sua “spinta libidica” dal piacere cha ha una giustificazione prevalentemente biologica (libido genitale).
La situazione di “sopruso” che poteva anche arrivare alla “castrazione” del giovane troppo attivo, portava ad una “ribellione” che, mettendo alla prova il potere del vecchio, finiva spesso con l’omicidio, l’uccisione cioè del Capo-branco ed anche del “pasto rituale” per appropriarsi delle sue qualità, capacità, potenzialità.
Freud vide in questo paradigma la nascita del “senso di colpa”, legato quindi al “parricidio e alla ribellione alle leggi aggressive e castranti del padre.
Questa situazione sociale, poi cambia, all’incirca 35.000 anni fa con la nascita dell’agricoltura e dell’evoluzione dall’uomo sapiens in uomo sapiens sapiens, attraverso la nascita degli affetti e dei sentimenti specificatamente familiari, in cui anche la madre diventa punto di riferimento.

Il concetto archetipo del padre-padrone, che poi l’uomo identifica con Dio, che ti premia o ti punisce a secondo del tuo comportamento, rimane per decine di millenni, fino ad arrivare a 5500 anni fa con la religione dei Sumeri, che hanno inventato la scrittura.
Se si legge il mio POST: http://apiuvoci2.blogspot.com/2009/10/1.html
si vede che già i Sumeri credevano che gli dei mandavano i terremoti per punire gli uomini; ovvero lo stesso concetto primordiale che gli dei (o più recentemente Dio) ti premiano o ti puniscono a secondo del tuo comportamento.

Ancor in modo più esplicito, la formulazione di questo concetto è stata tracciata già su un papiro, 2200 anni prima di Cristo, in occasione della caduta dell’Impero Egizio.
(vedi: http://www.psicoanalisi.it/psicoanalisi/osservatorio/articoli/osserva16.htm)

“Questo testo, che senza ombra di dubbio costituisce uno dei primi scritti della Storia, racconta l’angoscia di una persona colta e socialmente importante, forse uno scriba, che viene assalita da “un attacco di panico” di fronte al disgregarsi della forza vitale che aveva finora caratterizzato il proprio impero e, di riflesso, la propria esistenza. Da questa presa di coscienza, scaturisce una profonda reazione depressiva, da cui cerca di fuoriuscire interrogando la propria anima, nel tentativo di trovare in essa il motivo sufficiente per continuare a vivere. L’anima si impegna a fondo nel fornirgli valide e copiose risposte che possano indurre l’io sofferente a non abbandonare la vita, ma egli non si lascia convincere e, in preda alla più devastante disperazione, si uccide lanciandosi nelle fiamme.”
Dovranno passare ben 1600 anni, per far si che la mente umana elaborasse gradatamente nuove sinapsi. Ritroviamo, infatti, un episodio similare nel 600 a.c con il Libro di Giobbe, ambientato in Mesopotamia. Questo celeberrimo testo biblico costituisce il fondamento del superamento della domanda primordiale.

Nella versione originale, questa volta, Giobbe, alla fine, riesce a confrontarsi con Dio, che si rivela direttamente nella Sua vera natura. E”questa percezione non mediata del REALE che ingenera la nascita di nuovi concetti e di nuove sinapsi.

“Durante la visione del Principio Creatore, Giobbe sospende ogni giudizio, dato che comprende che le Leggi del Creato esistono indipendentemente da ogni desiderio umano: anche se per motivi assolutamente incomprensibili all’uomo, il Principio Vitale ingenera il sole, gli astri, gli oceani, insieme ai mostri Behemot e Leviatan. che sono emanazioni indissociabili della stessa Legge. Lo stesso Contenitore abbraccia aspetti diversi e contrapposti, senza contraddizione alcuna. Giobbe si rende conto che non è più possibile scindere il Creato nei suoi aspetti buoni e cattivi, che non esiste in Dio una volontà diretta volta alla protezione dell’Uomo e che le Sue Leggi non possono essere commisurate alla volontà umana.
Scrive G.Ravasi”...In questo mirabile discorso si celebra una vera e propria rivoluzione copernicana nella cultura dell'antico Oriente: l'uomo non è più al centro del creato, come insegnava la sapienza tradizionale, ma ne è solo una microscopica componente che non riesce a rendere conto dell'insieme del cosmo.
L' universo appare incomprensibile e ignoto nell' infinitamente grande (le strutture planetarie) e nell' infinitamente piccolo (il parto delle camosce). Eppure, l'Essere ha un progetto che tiene insieme armonicamente aspetti tanto disparati...(omissis)."


Purtroppo la presa di coscienza CHE NON ESISTE IN DIO UNA VOLONTA’ DIRETTA ALLA PROTEZIONE DELL’UOMO O ALLA SUA PUNIZIONE, acquisita già nel 600 a.c., è un qualcosa che spesso si dimentica e che le religioni travisano.

E anche il pensiero che tu dici, che sembra che le cose buone capitano agli altri e non a noi, discende da questi archetipi, in cui non ci spieghiamo il fatto che siamo FORSE PUNITI per colpe che non abbiamo fatto; mentre altri vengono premiati.

Un caro saluto

Alessandra

sabato 6 febbraio 2010

Il concetto di Dio



Sono nata in una famiglia cattolica e fino a 12 anni sono stata credente. Poi ho iniziato ad avere dei dubbi, specialmente riguardo al vecchio testamento, e a poco a poco sono diventata atea. Gli insegnamenti della chiesa cattolcia mi sembravano sempre più assurde e prive di senso. Ho continuato tuttavia a frequentare un gruppo scout e circa un anno fa, tra varie attività ho fatto dell’esperienze (hike) di due o tre giorni da vivere in gruppi di due o tre ragazzi, spesso facendo volontariato presso qualche parrocchia.
La scorsa primavera sono capitata, insieme a un altro ragazzo, in un monastero ortodosso ed è stata un'esperienza unica. Sono entrata a contatto con un modo diverso di intendere la religione. Non mi hanno imposto nessuna preghiera e nessuna messa, ma mi hanno invitato a parlare di religione e di Chiesa in generale. Questi monaci avevano spesso idee diverse rispetto alla Chiesa, ma era incredibile quante cose conoscessero non solo sulla Bibbia e sulla teologia cristiana, ma anche riguardo ad altre religioni. Ricordo che mi aveva stupito il grande rispetto che avevano per me, nonostante sapessero bene che non la pensavo come loro.
Ho capito che Dio non è legato alla religione o alla Chiesa. L'idea di Dio è innata, è in ogni uomo. Prima non avevo mai saputo separare Dio da Gesù, dal Papa e da tutte le tradizioni cristiane. E mi sono accorta che, se ero certa che il Dio cristiano fosse falso, non ero affatto certa che Dio, in quanto ente supremo, non esistesse. Il mio modo materialistico di vedere la realtà è crollato, dopo quell'esperienza, riaprendo tante questioni che pensavo di aver risolto abbandonando la religione cattolica. Molte delle domande che sono ricomparse in quei tre giorni sono ancora senza risposta, ma sono felice di non essermi fermata al semplice materialismo scientifico. Forse non arriverò mai a condividere il pensiero di quei monaci, ma è ancora presto per dirlo.
Ornella



Cara Ornella,
per quanto ne sappiamo, contrariamente a quanto ritenuto da molti, l’idea di Dio non è innata in tutti gli uomini; ma è stata acquisita ed ereditata nel tempo, E ti invito a leggere il mio POST esplicativo “Evoluzione delle religioni”:
http://apiuvoci2.blogspot.com/2009/10/1.html
e in particolare il brano:
“Quando parliamo di “DIO” o di qualunque altre forma di entità soprannaturale, dobbiamo essere consapevoli che è una “nozione” non molto precisa e Gerardus van der Leeuw, nel suo libro Fenomenologia della religione, ci sottolinea che l’esperienza religiosa vissuta si riferisce a qualche cosa DI DIVERSO, CHE SORPRENDE, che esce dall’ordinario.
La credenza più antica è generata da osservazioni empiriche; e per la maggior parte dell’evoluzione della religione primitiva, dobbiamo sostituire all’immagine di Dio (concepita solo negli ultimi millenni), la semplice NOZIONE del diverso, dell’eterogeneo, dello straordinario.
Il soprannaturale, in qualunque sua forma, è dotato di Potenza (o MANA), e non è di natura fisica, ma si rivela nella forza fisica o in tutte le forze e capacità possedute dall’uomo.”


E poi il brano sulla religione sumera di 5500 anni fa (la prima religione di cui abbiamo notizie certe, visto che i sumeri hanno inventato la scrittura).
Tutto questo per confrontarlo con la pagina della rivista ON LINE di psicoanalisi:
http://www.psicoanalisi.it/psicoanalisi/osservatorio/articoli/osserva40.html
in cui viene evidenziato che gli aborigeni australiani, separati per oltre 50.000 anni dal resto dei continenti, non hanno mai avuto il “concetto di Dio”. Del resto se è vero che discendiamo dagli ARDIPITECHI e dagli AUSTRALOPITECHI, ci deve essere stato necessariamente un passaggio temporale in cui questo concetto è nato (e questa stessa considerazione vale per qualunque qualità vogliamo ritenere prettamente umana: nell’evoluzione biologica, che dai primi batteri ha portato fino a noi, non possono esistere punti NETTI di DISCONTINUITA’ (con modifiche genetiche di migliaia di geni contemporaneamente), ma solo piccole e progressive modifiche di geni del DNA, come la nascita, in seguito a una esperienza o una riflessione mentale, di una o due sinapsi relative al concetto di Dio).

Ti invito, inoltre, a rileggere la mia risposta nel POST precedente sul BENE e sul MALE, perché strettamente collegata a tema di Dio. E’ molto probabile, che come per EMOZIONI e SENTIMENTI, anche la FEDE negli DEI o in DIO sia stata inventata e sperimentata dall’evoluzione biologica per meglio contribuire all’equilibrio psicofisico umano, anche se oggi, dopo l’illuminismo, non è del tutto indispensabile; ma sicuramente può aiutare.

Esistono migliaia di religioni e culti esoterici, molti dei quali ad opera di “profeti” o di “illuminati” come Buddha, che differiscono moltissimo tra di loro, soprattutto per quanto riguarda la parte storica (o mitologica). Quasi tutte le religioni e i culti esoterici hanno invece in comune l’utilizzo e l’importanza delle PREGHIERE, dei RITI e dei LUOGHI SACRI; e questa constatazione ci induce a ritenere che hanno una forte componente PSICOSOMATICA, che può generare anche “auto guarigioni” pseudo-miracolose.

La componente PSICOSOMATICA ha un grande influenza in posti cosidetti “mistici”, come può essere un convento o un tempio edificato in luoghi belli ed appartati; e dove ognuno si sente intimamente di dover rispettare i pensieri e le preghiere degli altri. Chi ha provato queste esperienze, sa che è come se si fosse immersi in un'altra atmosfera, in un luogo senza tempo.

Nel POST precedente sul BENE e sul MALE ho evidenziato che il MESSAGGIO EVANGELICO CRISTIANO coincide perfettamente con il concetto di MALE e di BENE, che ci suggerisce la natura stessa e che abbiamo ormai innato da decine di millenni: “AMA IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO”, in cui il MALE è l’egoismo individuale o di gruppo, e il BENE è l’altruismo sociale (senza escludere il bene personale se non influisce sull’altruismo sociale).

Leggendo il mio POST “La legge di Giobbe”:
http://apiuvoci2.blogspot.com/2009/10/la-legge-di-giobbe.html
possiamo apprendere che, già nel 600 a.c., l’uomo ha acquisito la presa di coscienza CHE NON ESISTE IN DIO UNA VOLONTA’ DIRETTA ALLA PROTEZIONE DELL’UOMO O ALLA SUA PUNIZIONE; ma è un qualcosa che spesso si dimentica e che le religioni travisano.
Tutto questo, però, non esclude per un credente cristiano, che se esiste DIO, costui possa aver fatto un’operazione UNA TANTUM, inviando il proprio VERBUM ad incarnarsi in CRISTO, per ACCELERARE il processo verso l’altruismo sociale attualmente in atto.

Del resto, secondo la parte ancora non rivelata del TERZO SEGRETO di FATIMA, ci sarà la fine del Cattolicesimo Dottrinale e Dogmatico e il ritorno al cristianesimo dei primi anni, ante concilio di Nicea
(vedi il POST: http://nuoveteorie.blogspot.com/2009/11/il-terzo-segreto-di-fatima-e-la-nuova.html).

In conclusione, hai ragione a non confondere il concetto di DIO con quello del DIO presentato dai dogmi e dalla dottrina cattolica (dogmi e dottrina creata o interpretata dalla chiesa). Da parte mia, ad esempio, che mi considero cristiana, presto molto più attenzione alle parole dette direttamente da Cristo, che non ai fatti raccontati o interpretati dagli stessi evangelisti, che possono averli anche travisati (a parte il fatto che sono poi stati selezionati dal concilio di Nicea, secondo canoni non da tutti condivisi); per non parlare poi dei fatti descritti nella Bibbia, di cui molti sicuramente più mitologici che storici.

Un caro saluto
Alessandra