domenica 13 dicembre 2009

Emozioni e carità.



Vorrei porre una mia questione personale che non so come risolvere. I miei genitori sono separati, ed io ho vissuto quasi sempre con mia madre, con cui ho avuto un pessimo rapporto. Non vi era intesa e spesso mi alzava anche le mani. Veniva stanca dal lavoro e si sfogava su di me e non c’era nulla che gli andava bene di quello che facevo. A volte mi ha allontanato anche da casa ed andavo a stare per un po’ di tempo con mio padre. Dopo un po’, però, mi chiedeva di ritornare, scusandosi per il suo comportamento e giurandomi che non sarebbe mai più successo. Con tutta la mia buona volontà la situazione non è mai cambiata e mio padre ha deciso di tenermi definitivamente con lui. E’ passato così più di un anno senza avere più contatti con lei; ma da circa un mese sta cercando di riallacciare i rapporti.
Ora, io non ci riesco più. Se la vedo o le parlo per telefono, dentro di me sento che cambia qualcosa che mi irrigidisce. Provo quasi una rabbia e mi rivengono alla mente tanti episodi del passato in cui ho sofferto per colpa sua.
Allora mi chiedo se vi sono dei metodi per superare questo mio blocco e questi miei sentimenti negativi. Ho parlato con altri parenti ed amici che non mi comprendono fino in fondo; e questo mi fa stare ancora più male. Potrebbe darmi una risposta in merito? …… Forse avrei bisogno del giudizio di un arbitro non coinvolto nella mia storia personale.
Roberto

Caro Roberto,
penso di comprendere il tuo travaglio interiore. Voglio partire dal POST di “Verità a Confronto”:
http://nuoveteorie.blogspot.com/2009/02/ama-il-prossimo-tuo-come-te-stesso-si.html
dal titolo: AMA IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO. Si può comandare l’amore?

Il comandamento «Ama il prossimo come te stesso» (Lv 19,18) era già presente nel vecchio testamento. Nel precetto del Levitico, scritto in greco, però, il verbo amare REGGE ECCEZIONALMENTE IL DATIVO. Ciò avviene perché ha a che fare con l'operatività. Il comandamento, infatti, significa: AGISCI amorosamente verso il tuo prossimo. Se traduciamo, allora, il comandamento come AGISCI caritatevolmente, lo collochiamo nell’ambito del LIBERO ARBITRIO, della VOLONTA’ e quindi della RAGIONE. Con questa interpretazione non vi è l’alibi di non riuscire, a volte, ad amare il prossimo. Con la ragione puoi importi di rispettare la legge umana o divina (ovvero agire con carità) anche se i tuoi sentimenti irrazionali inconsci sono momentaneamente contrari.

Si, le emozioni e i sentimenti appartengono alla sfera inconscia e non si possono comandare con la ragione. Per cui hai perfettamente ragione quando “ti senti strano dentro”. Le emozioni sono legate ai ricordi, e per te sicuramente brutti ricordi. E’ facile per gli altri dire che hai torto. Se non si provano anni ed anni di traumatiche esperienze non si può comprendere quello che provi. Io non ti chiedo, quindi, di far finta che nulla sia successo, ma di PROVARE pian piano ad AGIRE per tentare una riconciliazione. Per far questo devi cercare di far prevalere la tua parte razionale. Devi considerare tua madre come “un’ammalata”, come anche lei “una vittima” probabilmente di una separazione che non ha mai accettato fino in fondo (indipendentemente da chi è la colpa); ovvero devi cercare di avere CARITA’ verso di lei. La CARITA’ si deve avere verso coloro che hanno bisogno (e non verso il prossimo in generale); e tua madre, anche se può avere tutte le colpe, ha bisogno di carità.

Forse, se prendi il problema sotto questo aspetto, come un atto altruistico in senso evangelico, potrai pian piano mitigare le tue emozioni negative, frutto di tanti ricordi dolorosi. Certo, non sarà facile, ed hai tutta la mia comprensione; ma sono altrettanto sicura che anche tu soffri di questo stato di cose, perché credo, da quanto mi hanno detto persone che ti conoscono tu sei una brava e buona persona, degna di ogni rispetto.

Perdona, quindi, anche coloro che ti criticano. Non sanno bene quello che dicono; ma prendi le loro parole come un atto altruistico verso di te, poiché capiscono, almeno, che anche tu soffri di questo stato di cose.

Le emozioni e i sentimenti si possono allenare con costanza e fiducia. Non ti chiedo, quindi, di cambiare atteggiamento da un giorno all’altro; ma di TENTARE e di tentare più di una volta. L’importante, nella vita, non è NON CADERE, ma avere la forza di RIALZARSI OGNI VOLTA con buona volontà. Sono convinta che ci puoi riuscire. Certo, non sarà indolore, ma ne varrà la pena.

Se, vorrai pormi altre domande, sono a tua disposizione e potrai contare su di me. Ti ringrazio per il tuo coraggio e per il tuo altruismo che hai avuto nel far pubblicare questa tua lettera, perché credo che potrà servire a tanti altri.

E, parlando in termini generali, le colpe difficilmente sono solo da una parte; per cui se qualcuno dei lettori si trovasse in condizioni similari dovrebbe fare, anche, un approfondito esame di coscienza al fine di individuare eventuali proprie mancanze nel rapporto incrinato. Anche il riconoscere i propri errori serve a risolvere meglio la propria situazione emotiva.

Un caro ed affettuoso saluto
Alessandra

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