giovedì 20 maggio 2010

IL CERVELLO DEI BIMBI APPENA NATI NON SI FERMA MAI - I neonati imparano anche nel sonno



Da un articolo di Emanuela Di Pasqua, sul corriere della sera del 19 Maggio 2010.

I neonati imparano anche nel sonno

Che durante il sonno si metabolizzino le informazioni è noto, ma ora è stato dimostrato un modello cognitivo incosciente molto evoluto anche nei piccolissimi

MILANO - Ad appena un giorno o due di vita ha già inizio il processo di apprendimento e il cervello dei piccolissimi si dimostra un lavoratore instancabile, tanto da continuare a elaborare informazioni anche durante il sonno. Lo sostengono i ricercatori dell'Università della Florida, che hanno testato le reazioni di 26 bimbi appena nati (di uno o due giorni al massimo) nel corso di un riposino, verificando l'esistenza un'attività cerebrale significativa anche mentre dormivano.

L'ESPERIMENTO - Gli studiosi hanno fatto sentire ai piccoli una musica e successivamente hanno soffiato gentilmente sulle loro palpebre chiuse. Quando, dopo venti minuti, gli esperti hanno nuovamente proposto la melodia ai neonati, ben 24 bambini hanno istintivamente strizzato gli occhi al suono delle note musicali: i piccini avevano appreso l'automatismo anche durante la nanna, anticipando la risposta a un'esperienza a loro già nota.

NEONATI COME SPUGNE - I lattanti si sono dimostrati vere e proprie spugne di informazioni, rivelando una capacità di apprendimento che va oltre la veglia e che suggerisce più di una riflessione sul funzionamento del cervello fin dai primi giorni di vita. Il fatto che il sonno sia un momento cruciale per metabolizzare le informazioni acquisite da svegli è noto da tempo, ma l'esistenza di un modello cognitivo incosciente in bambini così piccoli (il cui schema del sonno è chiaramente molto diverso rispetto a quello di bimbi più grandi o di adulti) implica un cervello molto più evoluto di quanto non si pensasse. Secondo la psicologa Dana Byrd i piccolissimi, avvolti tra le braccia di Morfeo, mostrano una forma di comprensione che non è riscontrabile nemmeno tra gli adulti.

DIAGNOSI PRECOCE - Lo studio, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, è il primo a dimostrare il funzionamento del cervello durante il sonno nei piccolissimi e può avere importanti implicazioni nell'individuazione precoce di disturbi di apprendimento, quali l'autismo o la dislessia.

Ho voluto segnalare questo recentissimo articolo scientifico perché va nella direzione di una moderna concezione di COSCIO ed INCONSCIO. Da tempo era chiaro che Coscienza ed Inconscio, normalmente, accedono a memorie separate, ma oggi sempre più è chiaro che CONSCIO ed INCONSCIO funzionano come due PROGRAMMI INDIPENDENTI in un ambiente WINDOWS di uno stesso computer. Questi programmi, poi, interagiscono tra di loro, influenzandosi a vicenda e scambiandosi molte informazioni.
Un esempio classico avviene nei SOGNI REM, in cui noi siamo ATTORI e SPETTATORI, mentre il REGISTA e lo SCENEGGIATORE è il nostro inconscio. Questa sua capacità di fare il regista e lo sceneggiatore IMPLICA anche una forma di AUTOCOSCIENZA.
Lo stesso schema di più programmi che girano in un ambiente windows, lo ritroviamo nei soggetti con PERSONALITA’ MULTIPLE, in cui ogni personalità ha dei propri ricordi, e un carattere diverso. Come è noto, dal POST precedente sul funzionamento del cervello secondo Boyden, il cervello per avere un carattere diverso, probabilmente, interrompe, da solo, il funzionamento di singole sinapsi, quando viene attivata una certa personalità di quelle multiple. Sinapsi che poi ripristina, e ne interrompe altre, negli altri casi.
Analogamente, secondo la visione della mia scuola di pensiero, vi sono più livelli di inconsci indipendenti (anche con diverse memorie) , che possono funzionare come in una moderna rete internet coinvolgendo altri inconsci di persone inconsapevoli.

Un esempio di questo, lo ritroviamo nell’articolo di micropsicoanalisi del Prof. Nicola Peluffo:
http://www.psicoanalisi.it/psicoanalisi/editoriale/articoli/edi4.html
di cui riporto un breve estratto:

“Sovente, l'analizzato, durante le sedute successive a tale studio e alla visita dei luoghi dove ha passato la sua infanzia, l'adolescenza e anche la vita adulta, oppure durante la visita dei luoghi della sua filogenesi (gli insediamenti dove abitavano i suoi antenati) riporta in seduta fatti che se si usassero categorie usuali di spiegazione, potrebbero essere interpretati solo facendo ricorso ad un concetto ben opinabile: la telepatia.

Le associazioni di seduta, nel periodo che segue la visita, vertono sullo stupore che qualche parente completamente all'oscuro di tali procedure (la madre per esempio) abbia spontaneamente iniziato a parlare di fatti avvenuti in quella o quelle case, che i giorni precedenti, erano state l'oggetto della visita. La cosa ancora più interessante è che in quei giorni o in quella, o quelle settimane, si facciano sentire o vedere, in modo diretto o indiretto, (visite, telefono o altri mezzi di comunicazione) persone che in epoche diverse della vita del soggetto, erano state depositarie di traslazioni (transfert) che ripetevano rapporti con elementi (persone, fatti, etc.) accaduti durante il periodo in cui il soggetto viveva in quella determinante casa visitata.
Anche se sembra assolutamente irreale, il fenomeno ci porta a pensare che la raccolta dei dati rappresentazionali-affettivi che avviene durante la visita metta in moto processi energetici che tendono a far entrare nella forma ripetitiva, anche altri oggetti in quanto rapporti transferali esistenziali, che sono costretti (le motivazioni sociali sono spesso inconsistenti) ad interagire inconsciamente con la situazione creatasi durante la visita dei luoghi. 1

Per dirla in modo più chiaro, esiste una situazione omeostatica del sistema inconscio-preconscio-conscio che regola i rapporti tra gli elementi della forma, servendosi della continuità del vuoto. La visita dei luoghi che fa da resto diurno alle attività dell'inconscio, mette in moto processi che si specificano nel secondario e, per esempio, il signor o la signora tal dei tali, che in epoche successive sono entrati nella storia transferale del soggetto, come in una «piece» teatrale sono inconsciamente «scritturati» per partecipare alla vicenda esistenziale del soggetto stesso. E’ un fenomeno molto simile a quello per il quale un personaggio conosciuto o sconosciuto entra a fare parte della nostra vita onirica.

Certamente tutto questo discorso diventa follia se…….”


Alessandra

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